Una terra, questa della zona del Barbaresco, che negli anni ’70 era stata abbandonata dai più per trovare un posto di lavoro sicuro in fabbrica, migrando nelle città industriali vicine: Alba, Bra, Asti, Torino. “I vecchi” racconta Renato Cigliuti, “a quei tempi sconsolati da tanto abbandono, dicevano che quelli che rimanevano erano solo i disgraziati, i malati di mente, oppure i vecchi. E come dargli torto – continua ancora Renato – quando al sabato vedevi sfrecciare in paese i ragazzi della mia generazioni, spensierati, con auto di lusso e vestiti alla moda…. Io sono rimasto in campagna perchè la terra mi da sicurezza, separarmene è come separarmi dalla famiglia. La sento parte di me con le stagioni che ne cambiano la sostanza ed il colore, con la neve che prima la copre fino a sotterrarla e poi il sole che la scopre facendola riemergere in tutta la sua bellezza… La sento respirare”.